Sabato 22, Domenica 23 e Lunedì 24 agosto
Oggi dovrei incontrare Jessica, la ragazza che in Italia abita a 10 km da casa mia e che non ho mai incontrato.
La chiamo. Rimaniamo d’accordo di vederci a Beirut.
Scrivo pigra sul blog. Desiderosa di fare qualcosa di nuovo, diverso. Come accade qui ogni giorno.
Arriva il pomeriggio. Chiedo ad Abuna Abdo un passaggio verso Saida per poter raggiungere la capitale con i mezzi. Mi lascia sulla lunga strada che costeggia il mare. Da lì prendo il bus che mi porta in Place de l’Etoile a Saida dove trovo il bus per Beirut- Cola.
Arrivata a destinazione chiamo Jessica. Arriva su una macchina nuova.. una Ford se non sbaglio. Si districa perfettamente nel traffico lanciando ogni tanto un incoraggiamento (se così vogliamo chiamarlo) in perfetto arabo. Ebbene si, parla arabo. Affascinante..
Dopo 5 anni passati in Egitto odia gli egiziani. Non prevedeva un futuro nella cooperazione internazionale quando ha studiato lingue arabe a Venezia, ma tant’è! Si laurea proprio con una tesi scritta in Libano e da lì Egitto, Malawi e ancora Libano.
Mi chiede dove voglio andare, quale parte di Beirut voglio vedere..
In realtà il mio programma per il week end erano Tripoli e Byblos, ma per eventi non dipendenti dalla sottoscritta sono saltati. Va bene così.
Le parlo delle parti viste velocemente e decide che sarebbe carino fermarsi nella zona “pettinata”: Ghemmaise.
Lì prendiamo un ottimo aperitivo. Le arachidi e gli anacardi sono buoni, li preferisco alle carote che assaggio e lascio alla mia compagna di aperitivo.
Parliamo di tante cose. Dal ruolo della donna all’Islam. Dall’abitudine delle donne libanesi di indossare tacchi vertiginosi con i quali si spostano solo dalla macchina al locale e ritorno. Dalla sua esperienza araba alla mia africana.
Interessante.
Da lì a breve sarebbe arrivata una sua collega romana in missione per la prima volta. Quindi dopo la chiacchierata controlla che sia arrivata a destinazione (arrivata) e ci avviamo verso il dormitorio in cui è stata lei la prima volta che è venuta in Libano.
Appena uscita dal locale sento un po’ di nausea.. se dovessi pensare ora a cosa fosse rivolta quella sensazione non possono che venirmi in mente le arachidi. Non le mangerò per molto tempo..
La sensazione se possibile peggiora quando in macchina mi accompagna al bus per Saida. Una volta salita mi sento più tranquilla di fianco al finestrino, affacciata al quale passo tutto il viaggio pronta a lasciare le arachidi indigeste per strada. Nonostante io mi sia sentita più volte vicina al farlo.. non è avvenuto. Bene.
Arrivo in Place de l’Etoile. Ora mi tocca contrattare : peccato che non conosco l’arabo! E così mi fermo, parlo in francese con un ragazzo vicino a un taxi, che a sua volta chiama un amico che forse capisce il francese, che a sua volta chiama amici che forse capiscono meglio di lui. Ebbene in 5 minuti mi ritrovo a parlare metà francese e metà arabo con una decida di persone.
Divertente!
I due ragazzi giovani che messi insieme riescono a comunicare con me mi sparano un prezzo. Chiamo Padre Abdo per consigli. Lui parla con loro. E così sia: 25.000 LL per il tragitto da Saida a Saint Sauveur!
A metà strada il conducente scende.. non nascono la mia angoscia, ma si tratta solo di un cambio perché l’altro conosce meglio la strada. Prima di arrivare al centro ricevo una proposta non particolarmente galante dal primo conducente: un ragazzone di 24 anni. Spiritoso e anche parecchio audace. Li saluto sorridendo e dimenticandomi quasi di dover pagare.
Arrivo stremata e affaticata al mio letto.
La notte è decisamente travagliata…
…e la domenica prosegue nello stesso modo. Niente Byblos né tanto meno Tripoli.
Grazie agli arachidi non posso nemmeno allontanarmi dalla stanza.
Sento Jessica, gentilissima che si preoccupa del mio stato. La rassicuro prima di espellere l’ultimo grammo di liquido rimastomi in corpo.
Solo nel tardo pomeriggio mi riprendo.
Scopro che il matrimonio di cui ho vissuto l’addio al nubilato è proprio nel Convento di Saint Sauveur.
Ce la posso fare. Esco. Visito il Convento che non avevo mai visto. Assisto al matrimonio. Alla cerimonia tenuta da Padre Abdo e altri due suoi colleghi.
In chiesa fa troppo freddo, meglio uscire.
Mi godo il tramonto osservando le donne agghindate come principesse, non particolarmente sobrie.
La sera trascorre tra giochi e discussioni di gruppo con i seminaristi e un campo estivo che si fermerà solo per tre giorni.
Bonne nuit.
Oggi, lunedì 24 agosto è il 26° compleanno di mio fratello. Credo sia la persona della famiglia che mi manca di più quando sono in viaggio. Nel tempo il nostro rapporto è migliorato, cresciuto. Ora è insostituibile. Provo per lui un affetto infinito e ringrazio i miei genitori per avermi donato un “petit” frère come lui. Auguri Flavio, je t'aime beaucoup.
Oggi potenzialmente sono pronta per Tripoli e Byblos. Aspetto di sapere se c’è qualcuno che si reca a Saida o almeno può potarmi sulla strada.. niente ahimè.
Dopo due giorni ferma in stato semi-comatoso sento la necessità di muovermi. Così mi metto d’accordo con Lara. Passerò la serata chez elle e la mattina partirò per le mie tanto agogniate mete.
Con Lara e sua madre facciamo un giro per Saida alla ricerca del corredo per il matrimonio.. Stanche torniamo a casa dove trovo il mio piccolo habibi: Antonio. Adorabile.
Aspettiamo Fadi che purtroppo è ancora in giro per riparare la macchina. Nell’attesa andiamo da un’amica di Lara e fumiamo l’arghilé, bene!
La serata passa molto tranquilla. Siamo solo io e Lara, ce la chiacchieriamo e finiamo a dormire molto presto. La sveglia è alle 6:30 del mattino. Direzione: Tripoli e Byblos! Viva!