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16 novembre 2008 7 16 /11 /novembre /2008 19:17

 

P. A. RAAD, programme de parrainage, B.P. 22 Zahlé, Liban, Tél 00961.3.665012.  E-mail: abdoraad@yahoo.com

  Smile-from-Heaven.jpg

Lettera di Natale 2008

 

Carissimi Amici

La pace del Natale sia con voi.

Ora che mi metto a scrivere questa lettera per voi, mi viene il ricordo di una lettera che ci è stata mandata anni fa da Don Mario Bandiera su forma di un albero che comincia con queste parole: CHE NE DICI SIGNORE SE IN QUESTO NATALE FACCIO UN BELL’ALBERO DENTRO IL MIO CUORE E CI ATTACCO, INVECE DEI REGALI, I NOMI DI TUTTI I MIEI AMICI?  

Sull’albero che vogliamo fare per Natale 2008, vi assicura che i vostri nomi saranno presenti. Questi nomi sono presenti nel nostro cuore. La vostra solidarietà è presente nella nostra vita di ogni giorno.

Da anni che collaborate con noi tramite il programma di adozione a distanza. Questo programma che aiuta bambini ormai su diverse parti del territorio libanese.

Siamo fieri e nello stesso tempo, fortunati, che quest’aiuto da parte del CMDN continui. Un aiuto che porta tanti beni visibili ed invisibili.

I beni visibili sono gli aiuti dati ai bambini, e il lavoro sociale compiuto. Ad alcuni, per poter andare a scuola, ad altri, per poter comprare vestiti, ad altri per poter mangiare un pasto caldo… I beni non visibili sono gli effetti della parola di Dio che, attraverso il lavoro sociale, si incultura, ridona speranza e dignità agli uomini.

Di speranza e di dignità ne abbiamo tanto bisogno, soprattutto in quel Oriente in cui i cristiani sono sempre di più massacrati e costretti a fuggire. Di coraggio e di testimonianza ne abbiamo bisogno soprattutto nella società libanese in cui si mescolano tante confessioni e vivono momenti di sfiducia e di attesa.

Parlare in nome di Cristo! Non è una missione facile nella complessità delle religioni in Libano. Vivere insieme non è nemmeno facile. Questa vita insieme diventa, molte volte, un vivere accanto dell’altro e non con lui a causa delle difficoltà ad entrare in relazione con un mondo diverso dal punto di vista religioso, culturale e politico.

Purtroppo si parla di meno e si lavora di meno in nome di Cristo. Forse per paura, o per vergogna, o per rispetto del dialogo o della differenza…

Il futuro dei cristiani in Oriente e pure in Libano sembra essere oscuro… Purtroppo i cristiani fuggono. Alcuni a causa delle persecuzioni e delle guerre, talvolta tra loro stessi, altri a causa della povertà o della disoccupazione, altri a causa del sistema sociale. Nel settimo secolo, i cristiani costituivano il 95% della popolazione del medio orientale. Oggi, sono quasi 6 o 7%. Negli 20 anni prossimi se non ci saranno cambiamenti inaspettati dimezzeranno verso il 3%. Basta vedere oggi il caso grave che colpisce i cristiani in Iraq. In 6 anni, dall’inizio dalla guerra americana, il numero è calato da 2 milioni a 50 mila! Morire, convertirsi all’islam, pagare o fuggire, sono le scelte da fare. A Gerusalemme i 53% dei cristiani della popolazione nel 1922, sono precipitati al 2% oggi. Non abbiamo ancora dimenticato l’eccidio di circa un milione e mezzo di cristiani armeni in Turchia, dove oggi non rimangono che circa 90 mila cristiani. Il Libano, che dal 1840 ha registrato quattro guerre intestine a sfondo confessionale, ha visto il numero dei cristiani crollare dal 55% della popolazione dall’indipendenza nel 1932, a circa il 27% odierni. La situazione è molto pesante anche in Egitto, dove i copti, che rappresentavano il 15-20 % della popolazione all’inizio dello scorso secolo, oggi sono soltanto circa il 6%.

In quasi tutti i paesi musulmani, dall’ Algeria al Pakistan, dall’Indonesia alla Nigeria, dall’Arabia Saudita alla Somalia, al Sudan… i cristiani sono vittime di discriminazioni.

Persecuzione, guerre, povertà… sono problemi difficili a risolvere. A questi si aggiunge il problema dell’indifferenza mondiale verso i cristiani: gli aiuti sono pochi, il supporto morale è quasi inesistente... Tutto ciò provoca un’indifferenza dei cristiani orientali verso la loro missione ed il volere partire per cercare una vita migliore in terre nuove.

Di fronte a questa situazione una grande domanda si pone: perché lavoriamo ancora in queste terre? Non è meglio forse lasciare tutto e partire in Europa o in America…? Umanamente e logicamente sarebbe meglio non sprecare più forze in queste terre. Ci dispiace che la Chiesa (la comunità dei cristiani) rinunciasse a questa missione e decide di immigrare.

Noi restiamo, perché, come Chiesa e come operatori sociali cerchiamo di essere presenza di Cristo nel mondo. Egli non ha detto dove due o tre cristiani si radunano nel nome mio sarò presente tra loro, ma ha detto due o tre. Basta che uno dei radunati parla in nome di Cristo perché egli sarà presente. Riteniamo che il nostro apostolato è un’avventura  missionaria che non conta sulla forza umana. Crediamo alla verità di Gesù Cristo, la verità che illuminerà, un giorno, tutti gli esseri umani. I primi cristiani non vivevano condizioni migliori, eppure hanno resistito fino alla fine della loro vita e hanno compiuto il loro dovere missionario. La vera chiesa è quella che supporta la sofferenza. Non crediamo forse alla chiesa sofferente? Non crediamo forse à Gesù sulla croce?

Non vogliamo obbligare nessun cristiano a restare perché sappiamo quanto è grande la sofferenza, ma vogliamo noi stessi, almeno per il momento, compiere questa missione della resistenza, della lotta contro il male ed il fanatismo. E la logica della pace contro la guerra e del perdono contro l’offesa.

Questa logica ha bisogno d’atteggiamenti profetici per proclamare la difesa dei diritti umani e per lottare per tutti gli oppressi. E la logica di Natale. Natale è gia un’epifania. La festa di Natale nei primi secoli era quella dell’Epifania. E la luce di Dio che illumina e trasforma il mondo. E la presenza divina che susciti realmente una forza in noi.

Il vostro sostegno, cari amici, entra in questa logica. Grazie alla vostra generosità si continua a sperimentare la forza di Natale e l’amore di Dio.

     Vi abbraccio tutti, e vi mando affettuosi auguri per un meraviglioso Natale e per un buon anno pieno di successo e ricco di soddisfazioni.

 

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